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La Legge Bavaglio

Legge BavaglioRoma, 7 luglio 2010 – Il mese scorso il Senato ha concesso la fiducia al Governo ed approvato in seconda lettura il ddl intercettazioni. I voti favorevoli sono stati 164, i voti contrari 25. Hanno votato sì Pdl e Lega. Hanno votato no Idv, Udc, Api e radicali. Non hanno partecipato al voto Pd, Mpa, Svp, i sette senatori a vita e l’ex Presidente del Senato Marcello Pera. Il provvedimento passa ora alla Camera che dovrebbe esaminarlo il prossimo 29 luglio.

Sul ddl si è acceso un rovente dibattito, che è sfociato nello sciopero dei giornalisti indetto per venerdì 9 luglio. La ”Giornata del Silenzio per la Stampa Italiana” ha lo scopo di denunciare il bavaglio che il sistema dell’informazione rischia, in caso di approvazione del decreto. L’iniziativa avverrà in concomitanza con la giornata finale di discussione del ddl.

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Che cosa cambierà se il ddl intercettazioni dovesse diventare una legge dello Stato?

Tratto da Il Salvagente.

I punti di maggior rilievo sono due:
– la prima grande differenza riguarda lo strumento delle intercettazioni nelle indagini condotte dai pm e realizzate dalla polizia giudiziaria;
– la seconda è la censura imposta a giornalisti ed editori, con forti limitazioni alla libertà d’informazione.

Chi può essere intercettato?
Oggi per mettere sotto controllo un’utenza telefonica ci vuole l’autorizzazione di un magistrato, nel caso in cui stia indagando qualcuno, sospettato di aver commesso un reato.
Con le nuove norme potranno essere intercettate solo le persone su cui pendano gravi indizi di colpevolezza e solo per alcuni reati: mafia, terrorismo, sequestro di persona, lo stalking e quelli puniti con più di 5 anni di reclusione.

La durata delle intercettazioni
Attualmente i telefoni possono essere messi sotto controllo per tutta la durata delle indagini preliminari. Con il ddl approvato dal Senato il limite è 75 giorni. Se ci sono ragioni motivate il pm può chiedere al Gip una proroga di tre giorni in tre giorni. Per i reati più gravi, si può prorogare per 40 giorni, più altri 20 ancora prorogabili.

Le intercettazioni ambientali
Oggi gli investigatori possono piazzare microfoni in luoghi pubblici e privati, fino alla fine delle indagini. Con la nuova legge niente più microfoni piazzati in casa o in auto. Le cimici saranno consentite al massimo per tre giorni, prorogabili per altri tre.

Norma transitoria
Le nuove regole se diventassero legge si applicherebbero anche ai processi in corso. Quindi, se nell’ipotesi dell’accusa di processi già avviati fossero state raccolte delle prove a carico degli imputati con intercettazioni e registrazioni ambientali regolarmente autorizzate con le vecchie regole, non avrebbero alcun valore, qualora fossero fuori dal tetto dei 75 giorni per le prime e dei 3 giorni per le seconde.

Silenzio imposto ai magistrati
Oggi il pm può andare in tv a parlare dell’inchiesta di cui è titolare. Se il ddl intercettazioni diventasse legge, se lo facesse potrebbe essere sostituito dal capo del suo ufficio.
Niente più telecamere neppure durante i processi pubblici. Oggi basta l’accordo del giudice che presiede l’udienza in questione. In futuro per registrare immagini e parole dovrebbe servire l’assenzo del presidente della corte d’appello.

Censura ai giornalisti
Attualmente se il giornalista pubblica delle intercettazioni, su cui pende il segreto istruttorio, rischia un mese di carcere evitabile pagando 281 euro di ammenda. Nessuna multa è prevista per gli editori.
Con le norme future il giornalista non può più pubblicare atti delle inchieste in versione integrale fino al termine dell’udienza preliminare. Le intercettazioni, invece, non potranno essere pubblicate né integrali né in forma di riassunto fino al processo.
Nel caso in cui infrangesse questa regola il cronista rischierebbe un mese di carcere evitabile con una multa di 10 mila euro.
Gli atti delle indagini, invece, potranno essere pubblicati non tra virgolette ma solo con un riassunto.

Stangata sugli editori
Per gli editori, invece, ci sarebbe una multa di 300 mila euro se pubblicano brani testuali di intercettazioni, 450mila euro se si tratta di intercettazioni di persone estranee ai fatti.

Punite le talpe
Oggi chi passa alla stampa intercettazioni o atti coperti dal segreto istruttorio rischia fino a un anno di carcere. Con le nuove norme si arriverà a un massimo di pena di 6 anni.

La norma D’Addario
Attualmente chiunque può registrare una conversazione di nascosto, come ha fatto la escort Patrizia D’Addario a Palazzo Grazioli con Berlusconi o come fanno spesso “Striscia la notizia” e “Le Iene”.
Con il ddl intercettazioni queste registrazioni sono permesse solo a giornalisti professionisti e pubblicisti, o se c’è di mezzo la sicurezza dello Stato.
Per gli altri carcere da 6 mesi a 4 anni.

La norma salva prete
Oggi se viene intercettato un sacerdote il pm non ha nessun obbligo di avvertire le autorità ecclesiastiche. Con le nuove regole il magistrato dovrà avvertire la diocesi; se l’intercettato è un vescovo bisognerà avvertire la segreteria di Stato vaticana.

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