Curiosità ed Eventi, Vita

Testimonianza del 6 aprile: il ramoscello d’ulivo

Da Roberto Mirabella (Sovrintendente del Corpo Forestale dello Stato) ricevo questa testimonianza che pubblico con una certa malinconia, ma di cui sono assolutamente volenteroso di dar maggiore eco anche perchè, come mi scrive lo stesso Roberto, “riguarda il piccolo Antonio Iovan (la vittima più piccola di questo tragico evento) e perché il suo ricordo non svanisca con gli anni“.

5 aprile, Domenica delle palme, giorno di festa che precede la settimana santa; la comunità di San Demetrio è riunita davanti all’entrata della chiesa parrocchiale. Padre Lorenzo impartisce la benedizioni delle palme, e tutti ci accostiamo al tavolo per prendere ognuno il ramoscello d’ulivo, occasione preziosa di invito alla preghiera e appello di riconciliazione e di pace. Mi appresto a passare i ramoscelli a quelli che stavano in fondo, noto dietro di me un uomo e una donna che non conosco, lui porta in braccio un bel bambino di pochi mesi che, incuriosito, guarda con i suoi occhioni spalancati i ramoscelli che gli passano vicino, cercando di afferrarne qualcuno. La cosa mi diverte e allo stesso tempo provo tenerezza per quel gesto.

Ci apprestiamo ad entrare in processione all’interno della chiesa… nessuno di noi sapeva che la notte che ci veniva incontro avrebbe cambiato per sempre le nostre vite.

6 aprile, ore 3.32. Un boato assordante irrompe nella notte, vedo la camera saltare, cerco di scendere dal letto ma il pavimento mi ributta indietro, cerco di saltare un’altra volta con più decisione, nel frattempo va via la luce… mio figlio Lorenzo mi chiama… cerco di arrivare alla sua cameretta sorreggendomi con i gomiti lungo il corridoio per non cadere… arrivo tentoni alla cameretta, intanto la terra continua a tremare… sembra un mostro pronto a divorarci, cerco mio figlio nel letto ma non lo trovo… cerco con le mani e lo trovo accovacciato all’angolo della cameretta, con addosso dei libri e altri oggetti che gli sono caduti addosso, lo abbraccio e insieme a Carla usciamo fuori… proprio in quell’istante finisce la scossa. Esco fuori vedo una signora scalza che corre con una bambina tenuta per mano… ancora oggi non ho capito chi fossero. Vedo una nube di polvere provenire dalla Chiesa della Madonna dei Raccomandati, guardo meglio e vedo che la facciata è venuta giù.

Ho capito che la situazione era grave… rientro per indossare la divisa (Roberto Mirabella è un sovrintendente del Corpo Forestale dello Stato), un’altra scossa mi fa correre di nuovo per strada… esco fuori nel frattempo la gente per strada è sempre di più… purtroppo in preda alla paura e alla disperazione. Vado verso il rione Cardabello cercando di verificare se qualcuno ha bisogno di aiuto, vedo le case lesionate, tegole e pezzi di intonaco per strada… ai vicini che incontro dico di recarsi con l’auto nei pressi del campo sportivo. Intanto sono arrivati Nicola e Sergio della C.R.I. che stanno organizzando i primi soccorsi. Mi chiama la Centrale Operativa del C.F.S. e mi dice di mettermi a disposizione e attendere sul posto. Tutti chiamano parenti e amici per sapere come stanno… ma presto le linee risulteranno interrotte.

Con Edoardo cerco di fare un giro per il paese per vedere quello che sta succedendo e se c’è bisogno di aiuto… come scendo in piazza l’inquietudine e la preoccupazione si fanno più forti… vi sono macerie in ogni angolo… ma l’agitazione va soprattutto per le persone che erano in casa… le scosse si susseguiranno per tutto il tempo.

Mi chiama la Centrale Operativa. Dopo diverse ore occupato a Castelnuovo, purtroppo ad estrarre persone dalle macerie, ci chiedono di andare a S. Demetrio perché vi sono crolli nella zona di Collarano e una famiglia risultava ancora dispersa. Andiamo sul posto, ci viene incontro una signora, ci dice che il figlio non risponde al telefono, nonostante lo stesso squilli. La signora ci accompagna all’abitazione dove abita una coppia di sposi con un bambino di pochi mesi… ci fa notare che la loro auto è ancora sotto l’arco… saliamo le scale e troviamo la porta chiusa… alcune ragazze della C.R.I. di S.Demetrio ci accompagnano nella parte dietro dell’edificio per farci notare che il tetto e il solaio sono crollati… dopo aver visto tutto ciò le nostre speranze sono svanite in un istante, invitiamo quella signora a recarsi al campo sportivo di S. Demetrio per fare una ricerca sul posto, ma il nostro invito era soprattutto per evitargli quello che poi abbiamo scoperto.

Silvio, il mio collega, prende un’ascia e inizia ad abbattere il portoncino di ingresso… nel frattempo un’altra scossa mi fa perdere l’equilibrio, cado per le scale… ricordo che mentre cadevo ho visto le crepe del vano scala aprirsi e richiudersi… sento un dolore al polso, ma per fortuna niente di grave. Silvio continua a sfondare la porta, purtroppo davanti ai nostri occhi soltanto un ammasso di macerie… il tetto era venuto portandosi dietro anche il solaio. Abbiamo provato una sensazione di sconfitta, sapevamo che sotto quelle macerie poteva esserci quella famiglia… attendiamo l’arrivo dei Vigili del Fuoco e inizia la triste rimozione delle macerie che verrà protratta per molte ore.

Sono stati trovati insieme, abbracciati, nell’ultimo tentativo di stare vicino e cercare di proteggersi da quel mostro che ha rubato la serenità e il futuro di quella famiglia. Prima di portarli via padre Daniele dà l’ultima benedizione. Il mio dolore più grande è stato quando ho visto che quella famiglia era la stessa che il giorno prima stava dietro di me al momento della benedizione delle palme. Quel bambino che il giorno prima cercava di afferrare il ramoscello d’ulivo era lì esanime, mentre il giorno si dimenava vivace in quell’atmosfera di festa… come quel giorno ancora non riesco a trattenere l’emozione.

Voglio però ricordarli come quel giorno di festa… pensare che sono ancora vivi in un altro posto e che questo tragico evento ci ha divisi solo in questa terra.

Roberto Mirabella

(Tratto da il Centro – Le vittime del terremoto Abruzzo: Antonio Ioavan Ghiroceanu è la più giovane vittima del terremoto in Abruzzo: non aveva ancora compiuto cinque mesi. Nato in Italia era il figlio di Darinca Bobu e Laurentiu Costantin Ghiroceanu, una coppia romena di San Demetrio, venivano da Sanandrei, una cittadina vicino Timisoara, in Romania).