Vita

Quattro anni dal sisma de L’Aquila: io non dimentico!

Spighe di grano
spuntano dalle macerie
e chiedono sangue.

Le voci, i silenzi
corrono lungo i muri feriti
dalle urla della Terra.

Scendono nelle tenebre
le anime in cerca di vita.
Portano pesi
di sogni mai vissuti;
vagano
tra polveri di stelle;
si nutrono
nel canto degli angeli.

Sono una Fenice,
risorgo dalle mie ceneri
o dalle mie macerie.
Porto fiori
sulle rocce del male
e… aspetto
che sorga il sole
sull’alba di questo tramonto.

Primula,
nata in mezzo alle tende
sulla Terra di nessuno,
accompagna
il timido sorriso dei bambini,
si nutre di sogni
e beve lacrime,
cresce nella città del pianto.

(Sentieri di L’Aquila, poesia di Violeta C.)