Cronaca, Vita

La rinascita dell’Aquila, tanto promessa quanto lenta a partire!

Era l’anno 2009, a poche settimane dal sisma abruzzese – ormai sconosciuto dal mondo odierno dei media – c’era un tipo alto poco più di 160cm, condannato ultimamente per concussione per costrizione e prostituzione minorile, che prometteva la rinascita di un’intera regione Abruzzo. Da allora frasi come “L’Aquila tornerà a volare” oppure “Nessuno resterà solo” sono passate dall’essere importanti promesse a prese in giro pesanti come macigni per chi, L’Aquila, la vive ogni giorno.

L Aquila National GeographicE’ stata tanto proclamata una rinascita del territorio aquilano, ma a più di 4 anni dal terremoto le carte in tavola parlano chiaro: a L’Aquila sta peggiorando tutto! E se di donazioni ne sono giunte a bizzeffe in questi anni, anni in cui un progetto di ricostruzione promesso non è mai palesemente partito, viene da pensare cosa possa succedere nel prossimo futuro dato che, negli ultimi periodi, stanno chiudendo i battenti sempre più attività commerciali e non.

Era il settembre 2011 quando la burocrazia italiana (nemica del Paese!) ha chiuso l’asilo modello “Nino Sospiri” di Villa Sant’Angelo. “Costato 400 mila euro donati da privati, costruito in appena 80 giorni, – riporta Bliz quotidiano – l’asilo è la fusione di bioedilizia e ideale per i bambini: classe energetica A+, ampi spazi ben attrezzati per il gioco, luce, sicuro e dotato di pannelli solari. (…) Inaugurato il 14 settembre 2009 da Gianfranco Fini e da Nancy Pelosi, speaker della Camera degli Stati Uniti con origini abruzzesi, è stato aperto solo per un anno e mezzo: a Natale 2010 con la riapertura dell’asilo della vicina città di Fossa, dono della Caritas e sede di plesso scolastico già prima del terremoto, si è deciso di chiudere l’asilo modello. Il motivo? Troppo costoso tenerli aperti entrambi ed è apparso naturale preferire alla struttura ecologica ed organizzata l’asilo “storico” del pre-terremoto.” Uno spreco di 400 mila euro!

Dopo 55 anni, quando nel lontano 1955 aprì i battenti nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele, ha chiuso ufficialmente il bar Gran Sasso. Mario Maccarone, titolare del locale c’ha provato a resistere ma non ce l’ha fatta: “i conti erano ormai cronicamente in rosso. – scrive Affaritaliani.it – Ogni mese la spesa era troppo alta per essere sopportata: 2500 euro a fronte di un ricavo che si assottigliava sempre di più. Allora non restava che dire addio a tutto e tutti e mettere la parola fine ad un’avventura durata più di mezzo secolo.

Marzo 2013. Dopo 11 anni chiude anche il Bar Centrale. “Ci vorranno almeno due anni per rimettere in sicurezza l’edificio – spiega il titolare Antonello Ciocca – nel frattempo accettare la gestione di un’altra attività commerciale a prezzi proibitivi significherebbe mettermi il cappio al collo. Chiesti per un locale in periferia 6.000 euro di affitto.”

A giugno di quest’anno ha chiuso lo storico negozio di Luisa Spagnoli. Rassegnata, Mariangela Urbani, responsabile del negozio, spiega che la scelta dell’azienda “è dovuta in parte alla riorganizzazione nazionale degli store“, necessaria in un contesto di crisi economica che non accenna a finire; ma molto dipende “dallo spostamento del punto vendita dal centro alla periferia“. Chi conosce la Spagnoli, scrive LAquilaBlog.it, sa che la sua ‘filosofia’ è di essere presente nel cuore delle città. Un ritorno in centro, invece, appare sempre più lontano.

Chiudono bar e negozi. Cos’altro manca?

Vigili del FuocoE’ notizia di metà giugno 2013: chiude l’Accademia dell’Immagine, una prestigiosa istituzione culturale la cui sede, all’interno dell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio, è andata completamente distrutta con il terremoto causando l’interruzione delle attività e la messa in cassa integrazione in deroga dei dipendenti.
Denuncia il segretario provinciale Cgil L’Aquila, Umberto Trasatti “I soldi per la sede dell’Accademia dell’Immagine ci sono, 6 milioni di euro stanziati dal Cipe lo scorso dicembre dopo che il Comune dell’Aquila ne aveva fatto richiesta insieme al finanziamento (un milione) necessario alla riapertura del cinema Massimo“. Tutto bene quindi? Non proprio afferma PrimaDaNoi.it, visto che per avviare l’iter, predisporre il progetto e dare il via al cantiere è necessario confrontarsi con chi amministra l’Accademia dellImmagine, il consiglio di amministrazione, che però è scaduto l’anno scorso e che non viene rinnovato.

Non solo attività commerciali. Da inizi aprile di quest’anno ha chiuso i battenti la Caserma Pasquali, sede del 33° Reggimento Artiglieria terrestre “Acqui”. I 500 militari della caserma Pasquali sono stati trasferiti nella caserma di Bracciano. Il presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio Del Corvo scrisse in una nota come “oltre 1500 abruzzesi sono a servizio del Reggimento e risiedono nel nostro territorio e allontanarli sarebbe l’ennesima ferita inferta a L’Aquila.

Ferite di cui L’Aquila è stanca di ricevere. E se questi sono tutti presupposti per una ‘rinascita’ tanto promessa, è difficile comprendere come questo sogno possa diventare realtà.

Nota di merito, invece, per il parco “Area Ultras d’Italia”. È stato infatti approvato il progetto del gruppo ultrà dell’Aquila Calcio Red Blue Eagles 1978 che prevede la realizzazione, entro fine anno, di spazi attrezzati a verde pubblico, di giardini, di percorsi pedonali, di spazi di aggregazione e di uno skate park all’interno di un’area di 1100 metri quadrati, a piazza d’Armi. Tutte le informazioni sullo stato dei lavori all’indirizzo internet www.redblueeagleslaquila1978.com .