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Influenza suina: i consigli e cosa sapere sulla malattia

L’influenza suina sta facendo il giro del mondo. Questa malattia, che ora viene chiamata “Influenza A“, per non scatenare paura nel consumo di carne suina, ha toccato davvero ogni continente ormai.

* * * E’ stato attivato il numero verde 1500 per ogni informazione sulla febbre suina. * * *

Sul sito del Ministero della Salute è così riportato:

La pandemia è causata da un nuovo virus influenzale A/H1N1 che si è diffuso da marzo 2009 a partire dal Messico in tutto il mondo. L’Organizzazione mondiale della sanità l’11 giugno 2009 ha dichiarato lo stato di pandemia influenzale con il passaggio alla fase di massima allerta. Il Ministero ha istituito il 24 aprile un’apposita Unità di Crisi presieduta dal Viceministro Ferruccio Fazio.

Il punto della situazione
– Incidenza settimanale dell’influenza nella popolazione: 0,9 %
– Numero dei casi settimanali stimati in base all’incidenza: 540 mila
– Percentuale di decessi in rapporto ai malati dall’inizio della pandemia : 0,0032 %
– Decessi dall’inizio della pandemia: 26
– Vaccinati al 1 novembre: 41 mila

Aggiornato al 6 novembre 2009 – ore 17.00

Cosa è l’influenza suina? Come la si riconosce? Cosa fare per prevenirla?

L’influenza suina è partita dal Messico. Questa malattia, che solitamente viene presa solamente dai maiali, è stata contagiata anche su un essere umano, il cosiddetto paziente zero. Il virus, poi, ha cominciato a diffondersi, prima in Messico e poi negli Stati Uniti d’America, il paese più colpito dopo il Messico, in Europa e nel resto del mondo.

La cosa fondamentale da sapere è che oggi i sintomi hanno molti tratti in comune con quelli della normale influenza, prevalentemente a carattere respiratorio, accompagnati talvolta da nausea, vomito e diarrea. In linea di massima si accusano sintomi aspecifici quali: febbre di intensità variabile e prolungata di circa 5-7giorni, sonnolenza, malessere, scarso appetito e cefalea, associati frequentemente a raffreddore, tosse e mal di gola. È consigliabile un controllo medico ogniqualvolta compaiano i sintomi sopraelencati ed un periodo di riposo onde evitare il dilagare della malattia.

L’unico modo per sapere di che tipo di influenza suina è fare un anamnesi dettagliata (il paziente è stato in Messico o nei paesi anglosassoni ultimamente? Ha viaggiato in aereo? E’ stato in luoghi affollati e caldi?) e il tampone nasale e faringeo per raccogliere un campione di secrezioni respiratorie entro i primi 4-5 giorni dall’inizio dei sintomi (quando l’infezione è più virulenta).

Tuttavia al momento non si conosce perfettamente né l’estensione né si hanno sufficienti informazioni sul particolare ceppo d’ influenza umana derivata da quella suina.

Sottolineato che sono morte solo persone con il sistema immunitario già compromesso (anziani e malati di malattie croniche debilitanti). Tutti i casi confermati di questa Pandemia influenzale li trovate in questa pagina.

La prevenzione: lavarsi bene le mani, evitare luoghi affollati e caldi (soprattutto nelle grandi metropoli).

Le maschierine non sono abbastanza efficaci nel bloccare le particelle virali sospese nell’aria come quelle della SARS o dell’Influenza Suina, ma riescono comunque a ridurre fino a quattro volte il rischio di contrarre l’influenza.

Tratto da HaiSentito, ecco un decalogo di tutto quello che c’è da sapere su questa malattia:

1. L’influenza suina è una malattia respiratoria, tipica dei maiali. Viene causata da un virus influenzale di tipo A: è molto infettiva ma la mortalità è molto bassa. Si diffonde soprattutto nei mesi autunnali o in quelli invernali, proprio come la normale influenza.

2. In teoria l’influenza suina non può essere presa dall’uomo. Ma esistono delle eccezioni, soprattutto se vivono a stretto contatto con i maiali. Per quanto riguarda l’influenza che conosciamo noi oggi, questo è un caso a parte: il virus si è modificato e non solo passa da maiale a maiale e da maiale a uomo, ma anche da uomo a uomo. Per questo il contenimento è un pò più difficile.

3. I sintomi dell’influenza suina sono uguali alla tradizionale malattia che prendiamo solitamente nel periodo autunnale: febbre, perdita di appetito, tosse, sonnolenza. Ma anche raffreddore, nausea, vomito, mal di gola, diarrea. In caso di altre malattie, l’influenza suina può aggravarle.

4. Il virus da persona a persona passa con le secrezioni naso faringee, quindi con la tosse e lo starnuto (anche il bacio può essere un veicolo del virus!). Ma come la normale influenza può passare anche se si toccano delle superfici che contengono secrezioni infette: se ci si passa poi la mano in bocca o nel naso, il contagio è quasi sicuro. Meglio lavarsi spesso le mani.

5. E’ una malattia che non si prende assolutamente con il consumo di carni di maiale ben cotte. Non ci si può ammalare di questo virus mangiando carne di maiale: al sicuro salami e la carne cotta a 70 – 80 gradi. Solitamente la carne di maiale non si mangia cruda, quindi non dovrebbero esserci problemi.

6. Ecco come si capisce se si tratta di influenza suina o di un normale raffreddore: si prende un campione di secrezioni respiratorie, con un tampone nasale o un tampone faringeo. La rilevazione deve essere fatta nei primi giorni nei quali si riscontrano i sintomi. I bambini possono espellere il virus anche per più di 10 giorni.

7. L’influenza suina è un’epidemia meno pericolosa di quella aviaria, che era più letale: furono moltissime le vittime, ma in quel caso il virus non era trasmissibile da uomo a uomo, quindi il contenimento risultò più facile. L’influenza suina passa da uomo a uomo, ma è sicuramente meno letale.

8. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta monitorando la situazione, pensando di poter passare dall’attuale fase tre di allerta alla fase quattro. La pandemia è possibile: in casi passati le vittime di pandemie erano giovani adulti, senza problemi di salute. Come sta avvenendo ora per l’influenza suina.

9. Ecco i farmaci che possono essere usati: i virus isolati sono resistenti all’amantadina e alla ri­mantadina, perciò sono raccomandati per la prevenzione ma anche per il trattamento l’oseltamivir e lo zanamivir. Il vaccino non esiste ancora. Ma è meglio evitare cure fai da te: in caso di dubbio, recarsi subito in ospedale.

10. Il consiglio rimane comunque quello di non visitare le zone del Messico, e degli altri paesi maggiormente colpiti, dove si trovano i focolai dell’infezione. Prima di un viaggio in queste zone, meglio consultare il sito internet “Viaggiare sicuri, della Farnesina.

Siti consigliati per maggiori dettagli ed informazioni: Ministero della Salute, Alto Adige, Be Medico, Farmaco e Cura, HaiSentito, Psiche e Soma.