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Terremoto a L’Aquila: Crollo della Casa Studente. Cassazione: «processo resta a L’Aquila».

L’AQUILA. Prima vittoria per i familiari delle vittime: la settima sezione penale della Cassazione ha infatti stabilito che il processo sui crolli dovrà restare a L’Aquila.

I giudici hanno infatti dichiarato «inammissibili» i ricorsi degli avvocati Attilio Cecchini e Roberto Colagrande, legali dell’indagato Pietro Sebastiani (presidente della commissione di collaudo), e dall’avvocato Massimo Carosi, che assiste Claudio Botta (progettista della struttura).

Queste difese ritengono che all’Aquila non ci siano le condizioni ideali per celebrare il processo e per questo ne hanno chiesto lo spostamento a Campobasso. Ma stamattina la Cassazione ha deciso e questo vuol dire che il processo, attualmente ancora in fase di udienza preliminare, continuerà a svolgersi nel capoluogo terremotato. La prossima udienza si terrà il prossimo 22 ottobre.

Sono in totale 11 gli indagati per il crollo della Casa dello Studente, (nel quale persero la vita 9 ragazzi) accusati di omicidio colposo, disastro e lesione colpose in relazione al crollo avvenuto il 6 aprile del 2009 dopo il forte sisma che colpi’ l’Abruzzo. Contrari allo spostamento del processo i parenti delle vittime secondo i quali si tratta di un tentativo di ostruzionismo da parte della difesa degli imputati. Gli avvocati Colagrande e Cecchini avevano detto di sperare nell’accoglimento, ma si aspettano il rigetto.

LA RICHIESTA LEGITTIMA SUSPICIONE

«Il motivo di preoccupazione e disagio per la difesa – avevano scritto gli avvocati nell’istanza di trasferimento – e’ l’atteggiamento totalizzante assunto dalla locale Procura che ha mantenuto un dialogo costante con le parti lese e loro legali e consulenti, posti a contatti con quelli del pm, ed un rapporto simbiotico con stampa e televisione, responsabili della diffusione di notizie che hanno posto a rischio i valori di ogni cittadino sanciti dalla Legge. Le esternazioni del pm – si legge sempre nell’istanza – idonee a condizionare la liberta’ d’espressione e la tranquillita’ d’animo di quanti in diversa veste hanno avuto ragioni di contatto o rapporti inerenti vicende dei crolli sottoposti ad indagini di polizia giudiziaria, hanno di certo pregiudicato la libera determinazione delle persone chiamate a partecipare al processo».

I legali si riferiscono alle dichiarazioni rilasciate dal Procuratore capo della Repubblica dell’Aquila ma anche dal comitato dei parenti delle vittime che in piu’ circostanze hanno definito gli indagati «assassini della Casa dello studente» e le vittime del crollo «giovani assassinati». Per i tre difensori in città «si e’ generata e sussiste una grave situazione locale, extra-giudiziaria ed esterna al processo, tale da turbare il suo normale svolgimento e da pregiudicare la libera determinazione delle persone che vi partecipano e, comunque, tale da suscitare motivi di legittimo sospetto».

Ma la Cassazione la pensa in modo diverso e il processo andrà avanti a L’Aquila.

(Fonte: PrimaDaNoi.it)