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1 mesi dal sisma. L’apocalisse d’Abruzzo.

L’AQUILA. Venti secondi di terrore, la terra che ribolle, macerie e distruzione: un mese fa esatto, alle ore 3.32 della notte L’Aquila è stata sconvolta da una violenta scossa del 5,8 della scala Richter.

Un mese fa esatto l’Abruzzo si risvegliava cercando affannosamente notizie in tv e sul web non realizzando fino a tarda mattinata che stavamo vivendo la nostra apocalisse.

Si scaverà tra le macerie per una settimana: alla fine saranno 298 i morti e oltre 1.500 feriti.

Un centinaio di corpi vengono estratti vivi dalle abitazioni crollate. La Casa dello Studente si è completamente sbriciolata e conterà 8 morti, tutti studenti giovanissimi.

Sono oltre 60 mila gli sfollati, di cui 30 mila nelle tendopoli allestite nei campi gestiti da volontari e Protezione Civile e il resto negli alberghi della costa adriatica.

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Migliaia di case distrutte, patrimonio artistico a pezzi, il tutto su un tessuto socioeconomico già in grave sofferenza per la crisi economica.

Sui crolli sospetti, sulle accuse della gente e le polemiche inevitabili è in moto da subito il lavoro della magistratura: sequestri e indagini a tappeto, mirino puntato sugli immobili pubblici o su quelli dove ci sono state vittime. Proprio ieri il capo della procura, Alfredo Rossini, ha spiegato di sentire «la fiducia della gente nei nostri confronti, nel lavoro degli inquirenti».

Nei sette Centri operativi misti (Com) dell’area aquilana sono dislocate complessivamente 5.545 tende, servite da 101 cucine da campo, e assistite da 31 posti medici avanzati: sono stati impiegati 12.040 lenzuola, 7.587 termosifoni a olio, 57 pozzetti frigo e 25 mila metri cubi di ghiaia – ossia una collina alta 32 metri e lunga 780 metri. Il centro più numeroso é il Com 1 (zona Acquasanta), dove alloggiano 10.659 persone sistemate in 36 tendopoli.

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Lo sciame sismico non dà comunque tregua alla popolazione: nella prima settimana dopo la scossa di magnitudo 5,8 sono state registrate oltre diecimila scosse, delle quali un migliaio avvertite e di magnitudo superiore a 2,5, nei cinque distretti sismici interessati dall’evento (Aquilano, Valle dell’Aterno, Monti della Laga, Gran Sasso e Bacino di Sulmona).

A causa del sisma è stato rilevato dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) un abbassamento del suolo in superficie fino a 25 cm.

E intanto l’Italia e tutto il mondo si sono mobilitate per l’Abruzzo. Una mobilitazione che è passata anche attraverso segnali come la convocazione del Consiglio dei Ministri all’Aquila lo scorso 23 aprile, e troverà una cassa di risonanza nei Giochi del Mediterraneo di Pescara 2009 a giugno.

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Ma l’apice è previsto per il G8 che si terrà nella Scuola Sottufficiali della Guardia di Finanza di Coppito a luglio. Dal presidente Usa, Barack Obama, agli altri grandi della terra, tutti verranno all’Aquila a rendersi conto di persona dei danni del sisma.

Il 28 aprile è arrivato anche il pontefice, Papa Benedetto XVI, decine le visite del capo del Governo Silvio Berlusconi che ha celebrato il giorno del 25 aprile per la prima volta assieme ai partigiani della Brigata Majella ad Onna, paese simbolo di questa tragedia. Lì sono arrivati anche i sindacati ai tedeschi, che hanno scoperto solo ora l’eccidio compiuto dai nazisti nel 1944.

E il governo ha varato anche il decreto speciale per i terremotati. Le prime case (un 20%) saranno consegnate a settembre, il resto a dicembre. Sono state individuate 20 aree dove allestire i campus. Ma sul Decreto del governo sulla ricostruzione ecco le prime polemiche: i sindaci del cratere chiedono di avere più poteri, l’opposizione e gli enti locali spulciano il testo e chiedono apertamente soldi certi «e non impegni generici fino al 2030».

Fonte: PrimaDaNoi.it