Cronaca

Omicidio Meredith: Amanda e Raffaele condannati a 26 anni e 25 anni di reclusione

Kercher Guede Sollecito KnoxTratto da La Repubblica.it:

PERUGIA – I giudici della Corte d’assise di Perugia hanno condannato Amanda Knox e Raffaele Sollecito rispettivamente a 26 e 25 anni per l’omicidio di Meredith Kercher. I giudici erano entrati in camera di consiglio alle 10.40 di stamattina.

Amanda Knox è esplosa in lacrime dopo aver ascoltato il dispositivo di sentenza. “No, no…“, ha mormorato abbracciata al suo avvocato Luciano Ghirga, mentre il presidente della corte Massei leggeva il lungo dispositivo. Poco distante da lei Raffaele Sollecito ha assistito alla lettura del verdetto restando accanto all’avvocato Giulia Bongiorno che sembrava rassicurarlo.

Evitato l’ergastolo. Raffaele e Amanda hanno evitato l’ergastolo, che era stato chiesto dai pubblici ministeri, perché la corte ha ritenuto di escludere le aggravanti contestate e di concedere le attenuanti generiche. I reati, inoltre, sono stati dichiarati unificati dal vincolo della continuazione e quello di violenza sessuale assorbito nel reato di omicidio volontario. Amanda Knox e Raffaele Sollecito, inoltre, sono stati condannati al pagamento delle spese processuale e interdetti per sempre dai pubblici uffici. La Corte ha inoltre stabilito una provvisionale di 1 milione di euro ciascuno in favore dei familiari di Meredith.

La condanna per calunnia. L’americana è stata condannata anche per il reato di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba che è stato poi dichiarato estraneo alla vicenda. Per questo reato dovrà risarcire il musicista congolese con 40 mila euro. Proprio la dichiarazione di colpevolezza di Amanda per il reato di calunnia, non contestato a Sollecito, ha determinato la maggior pena (di un anno) per la ragazza rispetto a Raffaele.

L’OMICIDIO DI MEREDITH

Era il 2 novembre del 2007 quando Meredith Kercher, una studentessa inglese di 22 anni, è stata trovata morta nella sua camera da letto del casolare di Via della Pergola, a Perugia. A scoprire il cadavere per primi gli agenti della polizia postale che, quando arrivano sul posto, trovano fuori dalla casa Amanda Knox, studentessa di Seattle e il suo fidanzato pugliese Raffaele Sollecito. Agli agenti riferiscono di essere arrivati da poco e di aver notato qualcosa di strano nell’abitazione. Quando la porta della camera da letto di Mez, chiusa a chiave dall’esterno, viene sfondata, il cadavere della ragazza viene trovato disteso a terra, seminudo e coperto da un piumone.

Quattro giorni dopo la polizia ferma per il delitto Amanda, Raffaele e il musicista congolese di 38 anni, Patrick Lumumba Diya. Questo ultimo, originario dell’ex Zaire gestisce a Perugia un pub, ‘Le chic’ ed è il datore di lavoro di Amanda. Tutti e tre si dichiarano innocenti. A portare in carcere Lumumba le dichiarazioni della studentessa di Seattle che, durante l’interrogatorio in questura, indica il congolese come l’autore del delitto di Mez.

Ma l’undici novembre un docente svizzero che la sera del delitto si trovava nel capoluogo umbro racconta alla polizia di essere stato nel pub di Lumumba la sera del primo novembre del 2007 e conferma l’alibi del musicista congolese che viene così scagionato e rimesso in libertà il venti novembre. Ma entra in scena
Rudy Hermann Guede.

Ventun anni, originario della Costa D’Avorio, Guede è da tempo a Perugia ed è indicato come il ‘quarto uomo’ implicato nell’omicidio di Meredith Kercher. Gli inquirenti lo accusano di omicidio aggravato in concorso e violenza sessuale. Viene bloccato dalla polizia a bordo del treno Coblenza-Magonza, in Germania. Davanti al viceprocuratore generale di Coblenza Guede si dice innocente ed estraneo al delitto. Il 28 ottobre del 2008, il “convitato di pietra” del processo, come lo ha definito il pm Giuliano Mignini, viene condannato con rito abbreviato a trent’anni di carcere. Per Amanda Knox e Raffaele Sollecito, il processo è iniziato il 16 gennaio di quest’anno.